venerdì 24 febbraio 2017
Mi destai sul gioco mostruoso
interrogandomi sul chi fosse
a muover la tua mano
nei giorni che in vita trascorsi
ora cocenti al meriggio
nella calura la cicala annoiata,
ora fradicio di monsoni ed oceani
sul tuo corpo rivoltati in burrasca.
Ed i venti di spirito traboccanti
si riversarono come un oro nero
dalle pronde oscurità dell'abisso immortale,
la spelonca dell'oscuro artigiano,
come furie dai rapaci artigli le vette
delle torri del tuo cuore aggredivano,
straziando le urla i bei cieli mortalmente feriti.
Ma qual'è la mano che le stelle muove,
e quale per il sole, ed il figlio suo furente?
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